Lerici
Lerici sorge al centro di una piccola insenatura naturale, dominata da un promontorio su cui spicca l’imponente castello, un’imponente rocca edificata all’inizio del XIII secolo dai pisani e ingrandita poi dai genovesi, considerato il più significativo esempio di architettura militare della regione. Il castello conserva intatte le mura esterne e all’interno la suggestiva piccola cappella duecentesca di stile gotico-ligure dedicata a Santa Anastasia. Dopo un attento restauro (1997) la struttura oggi ospita un Museo di scienze della terra dedicato alla storia delle rocce e della vita sulla terra, con particolare riferimento a quella sull’antica flora e fauna del golfo dal periodo triassico.
Lerici mostra ancora oggi la sua originaria struttura medievale, con le caratteristiche abitazioni allineate lungo gli stretti carugi. Salendo dalla Calata verso il castello s’incontrano diversi luoghi di particolare interesse: il quartiere ebraico del Ghetto, via del Revellino, fortiļ¬cazione muraria del castello, la salita Arpata, il Vico de’ Pisani, la piazzetta del Poggio e piazza San Giorgio, antistante l’entrata del castello.
Ai piedi della collina si allargano Piazza Garibaldi e largo Marconi dove si trova l’Oratorio di S. Rocco risalente al XIII secolo, ampliato attorno al 1523 e dedicato, durante la pestilenza, a S. Rocco, protettore appunto degli appestati. Di forme barocche, all’interno custodisce un quadro del XVI secolo sopra l’altare principale, un dipinto del Fiasella e alcuni ex voto marinari. Su via Petriccioli si affaccia la Chiesa Parrocchiale di S. Francesco D’Assisi, ricostruita fra il 1632 e il 1636. La Chiesa, dalle linee sobrie e distinte, ha una sola navata. Le pale dell’altare sono notevoli opere di autore, quasi tutte di scuola genovese. Il tempio conserva pregevoli arredi sacri, fra i quali un ricco piviale, dono della famiglia Botti. Proprio a fianco della Chiesa si trova l’Oratorio dedicato a San Bernardino da Siena, edificato prima del 1498 e dedicato al Santo in ricordo della sua predicazione in città. Vi si trovano tre altari con opere d’arte tra cui, sull’altare maggiore, il prezioso dipinto della Madonna con Bambino di Domenico Fiasella, un trittico marmoreo di Domenico Gar e il Cristo morto del Maragliano.
Limitrofa all’abitato di Lerici è la frazione di San Terenzo, che si allunga su una baia protetta dalla mole di un piccolo castello del XV-XVI secolo a difesa del borgo dalle incursioni dei temibili corsari barbareschi. Le case tipicamente liguri contornano una bella spiaggia; nel borgo si trova la parrocchiale intitolata alla Natività di Maria Vergine che conserva al suo interno un bassorilievo di Domenico Gar, la tavola della Madonna dell’Arena e due grandi dipinti di Domenico Fiasella. Sul lungomare tra Lerici e San Terenzo si trovano villa Magni, in cui soggiornò Percy Bysshe Shelley con la moglie Mary, e la bellissima Villa Marigola, situata su un poggio che domina la baia, in un luogo di singolare fascino. La struttura del fabbricato originario risale al XVIII secolo, con uno splendido parco, risultato di trasformazioni successive. Ospita oggi convegni ed attività culturali di alto livello. Soggiornarono in questa villa, tra gli altri personaggi famosi, Vittoria Adelaide, moglie dell'imperatore di Germania Federico III, il poeta Gabriele D'Annunzio, il drammaturgo Sem Benelli che scrisse parte della sua opera più celebre (La cena delle beffe) proprio nella torretta della villa e il pittore Arnold Bocklin.
Oltrepassata Lerici, prendendo la strada a mezza costa che segue il profilo del golfo, si incontra lalocalità balneare di Fiascherino, in cui gruppi di scogli si alternano a spiagge circondate da pini, lecci e ulivi, raggiungibili attraverso scalinate immerse nella macchia mediterranea.
Inserito tra i Borghi più belli d'Italia dall'omonima Associazione, Tellaro è invece un tipico borgo di pescatori, con case addossate le une alle altre e dipinte nei colori “liguri” giallo, verde e rosa. Costruito su uno sperone di roccia, fu fortificato da mura e da case torri tipicamente genovesi, collegate al mare da carugi strettissimi, facilmente difendibili in caso di attacco. Da sei secoli conserva intatte strade, palazzi e piazze. Sul promontorio orientale si trova la Chiesa di S. Giorgio, costruita nella seconda metà del XVI secolo, vicino alla quale vi è una lapide che ricorda la leggenda secondo la quale un polpo gigante suonò con i suoi tentacoli le campane, avvisando gli abitanti di un attacco dei saraceni e determinando così la salvezza dell’intero borgo. Più in alto si trova il seicentesco oratorio d’In Selàa.