Pontremoli
Il comune di Pontremoli occupa la parte più settentrionale della Toscana. A ridosso dell'Appennino tosco-emiliano, fermata obbligatoria lungo la via francigena, presenta valichi di notevole importanza come il Passo del Brattello, il passo della Cisa, il passo del Borgallo ed il Passo del Cirone.
Pontremoli è dominata dal castello del Piagnaro, risalente al primo Millennio, sede del Museo delle Statue Stele della Lunigiana.
L’accesso settentrionale della città è costituito da Porta Parma o di Sommoborgo, che risale ai primi anni del XVII secolo. In questa parte del borgo si trovano le parrocchie di San Nicolò e di San Geminiano che ogni anno si confrontano con la spettacolare gara dei falò, ricordo della antica rivalità tra Guelfi e Ghibellini. La chiesa di San Nicolò, di origine benedettina, totalmente ricostruita nel tardo Medioevo, a navata unica, conserva il Cristo Nero, una statua lignea seicentesca della Madonna del Carmine proveniente dal soppresso Convento carmelitano e una pala settecentesca di Giuseppe Bottani raffigurante il Transito di S. Francesco Saverio.
La Chiesa di San Geminiano, patrono della città, in origine cappella privata appartenente alla consorteria degli Adalberti, risale all’XI secolo. Completamente ristrutturata tra il 1670 e il 1688, a navata unica, conserva al di sotto del pavimento un ampio vano, forse la cripta della chiesa medievale. Di notevole interesse sono il tondo in arenaria che raffigura il Cristo Benedicente e la statua lignea seicentesca raffigurante il Cristo che va alCalvario del piacentino G. Setti detto il Romano. Ultimamente è stato restaurato un quadro settecentesco rappresentante una sacra conversazione con in primo piano S. Geminiano che intercede per Pontremoli in pericolo per una terribile piena.
Di fronte alla chiesa di S. Geminiano si trova l'odierna casa Necchi già sede del prestigioso Albergo del Pavone, di stile neoclassico con un ampio portale squadrato così ideato per consentire alle carrozze e alla diligenza della posta di entrare. Dal balconcino sopra l'entrata tenne un breve discorso Vincenzo Gioberti nel maggio del 1848.
Vicino alla chiesa di San Nicolò è collocato il Palazzo di Sforzino Sforza, signore di Pontremoli, caratterizzato da facciata a bugnato liscio con portale incorniciato da colonne che reggono un architrave decorato ad ovuli ed eleganti finestre ad arco ai piani superiori. Lungo la stessa via si trovano il Palazzo Zucchi Castellini, con facciata di gustoneoclassico e, all'interno, preziosi affreschi di Nicolò Contestabili, stucchi della bottega dei Portugalli e pregevoli camini in marmo di Carrara, e il Palazzo Ricci Armani, caratterizzato dalla facciata ricca di decorazioni rococò con il cortile principale chiuso da un elaborato cancello.
Proseguendo si incontrano piazza del Duomo e piazza della Repubblica, separate dalla torre di Cacciaguerra, detta del Campanone, inorigine torre centrale della cortinadiCazzaguerra , che separava le due fazioni rivali dei Guelfi edei Ghibellini. Altre due torri più piccole dominavano sulla cortina, una oggi ribassata e inglobata nel palazzo vescovile, l'altra attuale campanile del duomo di Santa Maria.
Il duomo, dedicato a Santa Maria, presenta una facciata marmorea moderna, del 1879, opera dell'architetto Micheli di Carrara, abbellita daun portone in bronzo, realizzato alla metà degli annisessanta dallo scultore Riccardo Rossi, mentre l'interno barocco è a pianta latina, con abside e presbiterio ricchi di stucchi dorati, opera del XVIII secolo di artisti ticinesi. Sulla volta della navata, si trovano due affreschi settecenteschi del Natali rappresentanti la "Gloria di Santa Rosa da Lima" e la "Gloria di San Geminiano",patroni di Pontremoli. Nella nicchia al centro dell'abside, è collocata la trecentesca statua lignea della Vergine in trono con il Bambino, vestita alla fine del '600 alla foggia della Madonna di Loreto e venerata a Pontremoli sotto il nome di "Madonna del Popolo". L'unica tela a carattere storico è quella del transetto di sinistra raffigurante il "Giuramento del Consiglio comunale di Pontremoli durante la peste del 1622", opera realizzata da Giovan Battista Tempesti nel 1792 a ricordo del voto della comunità che ogni anno viene rinnovato il 2 luglio. Nell'occasione, durante la Messa solenne, le autorità cittadine offrono, come prescritto, la cera per la chiesa e nel pomeriggio la processione percorre le vie cittadine.
Di fronte al Duomo si trova il settecentesco Palazzo Vescovile, oggi sede del museo diocesano, con facciata neoclassica e scala a doppia rampa, il cui salone di rappresentanza custodisce i ritrattidei vescovi della Diocesi di Pontremoli. Su piazza Duomo prospetta anche Palazzo Maracchi, con facciata decorata da un mascherone e da un putto.
Sulla Piazza della Repubblica si affacciano il Palazzo Comunale, il Palazzodel Tribunale sormontato dall'ottocentesco stemma dei Lorena, il Palazzo Pavesi e il Palazzo Bocconi. Il Palazzo Comunale è caratterizzato da un loggiato e un cortile interno e da una sala di rappresentanza impreziosita da diversi quadri tra cui la Crocifissione con San Geminiano. Palazzo Pavesi, costruito tra il 1734-43 su progetto di G.B. Natali, è il palazzo di dimensioni maggiori della città con le sue cento stanze disposte su tre piani articolati attorno a due cortiliinterni ai quali si accede sia da via Ricci Armaniche da piazza della Repubblica, mentre il lato che si affaccia sul fiume è caratterizzato da due piccoli balconi e da una loggia scoperta che guarda al giardino sottostante. L'interno è stato affrescato da G. B. Natali e A. Contestabili. Palazzo Bocconi, detto Cà di Piazza, è stato costruito dalla famiglia Venturini all'inizio del XVII secolo utilizzando e accorpando edifici alto medioevali tra i quali l'antica chiesa di S. Giovanni. Nel cortile interno, animato da colonne in pietra che sostengono archi a tutto tondo, si trova una Statua Stele.
Dalla piazza del Duomo, attraverso un vicolosinuoso e stretto, si giunge al Ponte della Cresa o Ponte di San Francesco di sopra del XIV secolo. Inizialmente costruito con una struttura in solo legno, verso la fine del 1300 venne realizzata la caratteristica struttura in pietra “a schiena d'asino”, rimasta inalterata fino ai nostri giorni, resistendo a diverse piene del fiume. Sotto questo ponte si svolge la sfida finale della caratteristica gara tra il falò di San Geminiano e quello di San Nicolò.
Passato il ponte, lungo il torrente Verde, al termine di un bel viale alberato, si trova la settecentesca Villa Dosi, splendida testimonianza del Barocco pontremolese.
Dalla parte opposta si trovano la Chiesa di San Francesco extra moenia e il Convento omonimo, costruito, secondo la tradizione, in seguito al passaggio da Pontremoli del Santo nel 1219. La chiesa, di fondazione duecentesca, fu luogo privilegiato di sepoltura per i pontremolesi e fu ingrandita nel XV secolo e ancora all'inizio del XVIII, quando Giovan Battista Natali vi aggiunse un pronaoin arenaria addossato alla facciata a capanna. L'interno, a tre navate,è caratterizzato dagli stucchi realizzati nel '700 dalla bottega ticinese dei Portugalli e conserva molte opere d'arte, la più importante delle quali è un bellissimo bassorilievo in marmo policromo del XV secolo di Agostino Di Duccio raffigurante il gruppo della Vergine col Bambino.
Da Piazza della Repubblica si accede a via Ricci Armani, che prosegue in via Cavour, dove si susseguono eleganti palazzi, tra cui il quattrocentesco Palazzo Noceti, il Palazzo Malaspina con la facciata barocca e un portale con doppia cornice decorato da un “facion”, Palazzo Bologna Cavalli, in stile barocco congrande portaledecorato con anfore e conchiglie, Palazzo Pizzati del XVIII secolo, la casa-torre Trincadini e il settecentesco Palazzo Dosi Magnavacca.Il palazzo Dosi, oggi di proprietà della famiglia Magnavacca, fu costruito nel terzo decennio del 1700 su disegno di Giovanni Battista Natali. Un grande portale in pietra immette in un vasto cortile, coperto per metà da un porticato sorretto da grandi colonne, che si apre su una terrazza sul fiume Magra. Dalla sinistra del porticato si accede a uno scalone a due rampe contrapposte che introduce in un atrio imponente con soffitto voltato ed affrescato che termina in una parete sulla quale Antonio Contestabili (1716-1790) ha realizzato un efficacissimo trompe l'oeil. Attraverso un grande portale in pietra serena si accede al Salone di rappresentanza con volta circondata da un ballatoio chesi sviluppa lungo tutto il perimetro e affreschi a soggetto mitologico realizzati tra il 1743 e il 1747 da G.Galeotti e G.B. Natali.
Al termine di via Cavour si trova la Torre dei Seratti o “del Casotto” da cui si accede altrecentesco Ponte di S. Francesco di Sotto, detto popolarmente “Ponte dello stemma” perché ricorda, insieme alla attigua torre, lo stemma della Città.
Girando a sinistra al terminedi via Ricci Armanisi giunge al Ponte Nuovo, oggi chiamato dei “quattro Santi”, che conduce alla Torre di Castelnuovo, detta anche Torre di Busticca, eretta nel XIV secolo, con l’arco gotico che faceva parte della porta della città. Accanto alla Torre e unito ad essa attraversoun'antica porta ogivale è situato l' Oratorio di Nostra Donna, ricostruito dopo l'alluvione del 1732 da Giovan Battista Natali in stile barocco. L’ interno, a pianta ellittica, conserva opere pittoriche del Galeotti e del Gherardini, un altare in marmo bianco di Carrara sovrastato da una nicchia al cui interno è posta la statua della Beata Vergine vestita in abiti settecenteschi, un prezioso organo d'epoca e paramenti sacri del 1700.
Aldilà del ponte si trova il Teatro dell'Accademia della Rosa, dal significativo motto “ Pungit et delectat ”. Edificato nel 1739 da 25 famiglie nobili pontremolesi e inaugurato nel 1772 con i festeggiamenti di Carnevale, costituisce un tipico esempio di teatro settecentesco e risulta il più antico della Provincia apuana, alla cui realizzazione hanno contribuito, tra gli altri, Giovannni Battista Natali ed Antonio Contestabili. Presenta 33 palchi suddivisi in due ordini accompagnati da un loggione. Dai giardinetti che affiancano il Teatro della Rosa si può salire alla Chiesa e Convento dei Cappuccini, costruiti alla metà del ‘600, da cui si gode una bella visione della Città.
Nelle vicinanze si trova anche la chiesa di Santa Cristina, sorta nel XVII secolo sui resti di una chiesa più antica. L'interno è caratterizzatoda una pianta basilicale a tre navate, con quattro altari in marmo e affreschi del Gherardini. Il presbiterio e il coro sono affrescati da Antonio Contestabili.
Scendendo lungo il vicolo di Santa Cristina si incontrano vari palazzi barocchi, tra cui Palazzo Parassacchi, Palazzo Petrucci del XVIII secolo, decorato esternamente con statue e all'interno da affreschi di Francesco e Giovan Battista Natali, Palazzo Buglia, in stile barocchetto, Palazzo Curini Galletti, Palazzo Negri, sempre progettato da Giovan Battista Natali, con giardino all’italiana verso il fiume, Palazzo Damiani del XVIII secolo, caratterizzato da mascheroni posti sopra le finestre e da affreschi di Contestabili, Palazzo Maracchi, con portale con volute, Palazzo Zucchi in stile seicentesco e Palazzo Malaspina, di stile neoclassico, costruito da Luigi Malaspina, ultimo marchese di Mulazzo. Decorato dai fantasiosi stucchidi P. Portugalli, è sede della Biblioteca Comunale “C. Cimati” e della Biblioteca Nazionale Lions. Sulla sua facciata spicca un cartiglio in cui è scritto il seguente motto “ Non dir di me se di te non sai, pensa di te che di me dirai”.
Nelle vicinanze si trovano la chiesa di San Giacomo del Campo e la Chiesa di San Giacomo d’Altopascio. La chiesa di San Giacomo del Campo o della Misericordia, menzionata per la prima volta nel 1187, ha semplice facciata scandita da lesene con un fregio marmoreo rappresentante San Giovanni Battista sopra il portale d'ingresso. All'interno spiccano l'altare maggiore, un dipinto con la Madonna e Santa Lucia del XVI secolo e una pala d'altare rappresentante Sant'Agostino. La chiesa di San Giacomo d'Altopascio risale al XVI secolo, costruita sui resti dell'antico ospedale dei Cavalieri del Tau d'Altopascio. L'interno ad una navata conserva, dietro l'altare marmoreo barocco, una pala rappresentante "L'Ascensione di Nostro Signore" del Bottani, mentre le cappelle laterali custodiscono altari in legno, una pala della "Madonna con Bambino e San Domenico" di scuola senese e affreschi a quadratura di A. Contestabili.
Il borgo della Santissima Annunziata si trova all'entrata di Pontremoli provenendo da Filattiera.
Qui si trovano Chiesa e Convento della SS. Annunziata , complesso conventuale costruito attorno all’affresco quattrocentesco rappresentante l' Annunciazione presso il quale la Madonna è apparsa più volte ad una pastorella nel dicembre del 1470. Nella costruzione del complesso si avvicendarono il maestro Biagio da Firenze, a cui si deve l'impostazione di stile rinascimentale, e il maestro Martino da Lugano, che vi ha sovrapposto la propria opera ancora legata allo stile gotico. La chiesa ospita un'unica navata e due ampie cappelle laterali, con una scalinata in pietra, sovrastata da cantoria e organo, che conduce all'abside rialzata incorniciata da costoloni d'arenaria. Nel lato nord della chiesa si trova un'acquasantiera in marmo, datata 1543, mentre al centro della navata si trova un tempietto marmoreo ottagonale del 1526, opera complessa che evidenzia il contributo di artisti diversi. Il tempietto è caratterizzato da cupola ornata da statue, con una lunetta raffigurante l'Annunciazione posta sopra l'entrata e una nicchia posteriore con la pregevole statua di S. Agostino, mentre ai due lati sono affrescate le figure di San Gerolamo e Sant’Ambrogio, attribuite a Luca Cambiaso. All'interno è conservato l'affresco del XV secolo davanti al quale sarebbero avvenute le miracolose apparizioni. Sopra l'altare è invece posta una pala del Cambiaso datata 1558 raffigurante l' "Adorazione dei Magi", probabilmente un tutt'uno con la "lunetta" ora posta sopra la porta d'ingresso della sacrestia. Sulla parete dietro il tempietto è conservato un polittico notevole del XV secolo di scuola genovese raffigurante la Madonna e gli Evangelisti. La sacrestia, affrescata con il motivo geometrico della quadratura settecentesca da Francesco Natali, è interamente arredata con mobili intagliati nella seconda parte del XVII secolo da Frate Francesco Battaglia da Mignegno, decorati con motivi floreali e grandi colonne a spirale. Di rilievo anche la cancellata quattrocentesca, in ferro battuto, della cappella di S. Nicola da Tolentino e la tela della Madonna e Santi di B. Tisi detto “il Garofalo. Annesso alla chiesa, l'ex convento degli Agostiniani si struttura intorno a due chiostri affiancati, con possenti colonne in arenaria e bei capitelli di fogge differenti che sorreggono arcate a tutto sesto. Sul chiostro più interno si aprivano la sala del Capitolo (riconoscibile per il simbolo dell'agnello scolpito sull'architrave), la cucina, con il grande camino in pietra, ed il refettorio dove è stato rinvenuto un affresco cinquecentesco, con "Crocifissione e Santi".